Brevetto come investimento o investimento di brevetto?

Il quesito shakespeariano é: essere o non essere questo é il dilemma.









Il nostro quesito é: brevetto come investimento o investimento di brevetto questo é il dilemma.





Il brevetto dei gioielli con lingotti e diamanti dell'orafo e creativo Gianfranco Quartaroli racchiude le due le risposte alle due domande.







In tempi di crisi globale è sempre più difficile capire dove poter investire. Ma un aiuto potrebbe arrivare da uno studio condotto da un team di ricercatori dell'università di Santa Barbara, in California, che hanno pensato di "mappare" il mondo dei brevetti. Il principio è che nel settore in cui si trova il maggior numero di brevetti, esiste anche "terreno fertile" sul quale investire denaro.






Il brevetto è quel documento tramite il quale puoi dichiarare di essere il legittimo inventore di un prodotto o di un'idea. In base al diritto dei brevetti, una volta che la pratica viene approvata avrai il diritto esclusivo di realizzare, vendere e sfruttare l'idea per 20 anni. I brevetti sono costosi, e di solito richiedono migliaia di euro in tasse di registrazione e spese legali.





Investire in un brevetto è po' come comprare un immobile. Chi cerca casa valuta una serie di elementi quali esposizione, dimensioni, la strada dove è situata, ecc, ecc.
Con la nuova legge di stabilità sono stati approvati in via definitiva due strumenti agevolativi fiscali a favore delle imprese:

1. il credito d’imposta per coloro che intendono investire in attività di ricerca e sviluppo industriale nell’arco di tempo 2015-2019;
2. il c.d. Patent Box cioè una sorta di regime fiscale agevolato per i redditi che derivano dallo sfruttamento di titoli di proprietà intellettuale, ossia brevetti ma anche know-how e marchi d’impresa che risultino “funzionalmente equivalenti a brevetti”.






Il Patent Box è un regime fiscale agevolato a favore delle imprese, il cui scopo è quello di promuovere le attività di sfruttamento in Italia della proprietà intellettuale ed industriale.
In Europa è già molto diffuso; è stato introdotto inizialmente in Gran Bretagna, già nel 2013, ed a seguire adoperato anche da Francia, Spagna, Belgio, Olanda, Lussemburgo. L’agevolazione viene applicata ai redditi che derivano da opere dell’ingegno, brevetti industriali e marchi (questi ultimi a condizione che siano “funzionalmente equivalenti a brevetti”). 




Il Patent Box consente pertanto alle imprese l’esenzione del 50% del reddito che deriva dallo sfruttamento commerciale della proprietà intellettuale ed industriale per un periodo di 5 anni irrevocabile. I soggetti beneficiari sono pertanto le aziende, le imprese o le società, in possesso della titolarità del brevetto oggetto di agevolazione.







L’intestatario del brevetto non potrà quindi essere una persona fisica ma dovrà necessariamente essere una persona giuridica. L’obiettivo del patent box è quello di evitare la delocalizzazione delle imprese al fine di riportare tutto in Italia. 






 
Un’impresa ha dunque convenienza a produrre in un Paese che adotta il Patent Box ed infatti l’obiettivo dei Paesi che lo adottano, è quello di invogliare le aziende a produrre brevetti nel loro territorio, invertendo quindi la tendenza a delocalizzare in Paesi solitamente caratterizzati da bassi costi di produzione.


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